Una casa per le api selvatiche

Come allestire supporti protetti per la riproduzione di Apoidei Megachilidae… ovvero come allestire una “casa” per api selvatiche fitofile (cioè che ricercano cavità nei fusti di piante erbacee o rami secchi o che le rodono direttamente).

Sono diverse le specie di api selvatiche che possiamo aiutare nella loro faticosa ricerca e costruzione di nidi adatti per riprodursi (tentando così di mantenere questi infaticabili impollinatori nell’area di nostra “competenza”).

Quella che abbiamo realizzato è dedicata ad alcune specie di Osmia (in particolare Osmia rufa) e di Anthidium (almeno due specie tra cui A. florentinum) che frequentano il nostro giardino. Esse ricercano cavità tubulari, che se grandi a sufficienza possono essere suddivise longitudinalmente in un certo numero di celle, ognuna contenente una scorta di cibo su cui viene deposto un uovo. Per questo i pezzi di canne, bambù e di altri steli forati che sto usando, hanno il diametro della cavità interna di almeno 5 mm, per raggiungere i 12 mm in alcuni pezzi destinati a specie più occasionali. Più volte, infatti, ho ricevuto la visita e l’uso da parte di grosse femmine di Xylocopa violacea. In generale i “tubi” devono avere almeno 15 cm di lunghezza, ma io preferisco allestirne in media di 25 cm, magari con fori/ingressi alle due estremità. Su una trentina di “tubi” disponibili la frequentazione è comunque minima: ogni anno non più di una decina di api selvatiche accettano questa “residenza”. Un pò per la rarefazione progressiva di questi insetti e un pò perchè, almeno presso il nostro giardino, le alternative naturali sono diverse.
Ecco i pezzi che compongono una nostra Bees Hotel e il risultato finale, collocato con orientamento Sud-Est.

P.S.: la foto di apertura ritrae un individuo di Andrena sp.; queste specie scavano invece il loro nido nel terreno e per aiutarle basta lasciare in un punto assolato del giardino uno spazio libero dalla vegetazione e senza alcun disturbo e inquinamento.