Le specie di Chirotteri di Brescia

Nelle ricerche di Ferri e Soccini (2019), tra maggio e settembre 2018, sono state realizzate nella città di Brescia 24 sessioni di rilevamento bioacustico per complessive 74 ore. Complessivamente sono stati acquisiti e distinti 1424 contatti acustici relativi a 9 taxa di chirotteri di cui 8 identificati a livello di specie e 1 a livello di genere (vedi Tabella V). Essi sono: Rhinolophus ferrumequinum, Myotis daubentonii, Myotis sp., Eptesicus serotinus, Pipistrellus pipistrellus, Pipistrellus kuhlii, Hypsugo savii, Miniopterus schreibersii e Tadarida teniotis. Secondo la Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (Rondinini et al., 2013), per quanto riguarda lo stato di conservazione, due di queste specie (Rhinolophus ferrumequinum e Miniopterus schreibersii) risultano Vulnerabili (VU), e una (Eptesicus serotinus) quasi minacciata (NT).

Ecco le specie segnalate.

RINOLOFO MAGGIORE
Rhinolophus ferrumequinum (Schereber, 1774)
[Ferro di cavallo maggiore / Greater horseshoe bat]

Rinolofo di grandi dimensioni, con avambraccio che supera generalmente i 48 mm; foglia nasale con apice della sella corto e arrotondato, pelo di colore grigiobruno/marrone sul dorso e più chiaro ventralmente; i giovani presentano una pelliccia di colore grigio scuro. In fase di riposo si avvolge completamente nella membrana alare. Specie termofila, segnalata dal livello del mare fino a 2000 m, predilige le aree agro-silvo-pastorali, caratterizzate da mosaici vegetazionali (boschi di latifoglie e siepi alternati a pascoli e zone umide), solitamente al di sotto degli 800 m. Specie troglofila, i siti di riposo diurno, riproduzione e svernamento sono rappresentati da cavità ipogee ed edifici, più raramente da cavità arboree. L’alimentazione è basata essenzialmente su insetti di grandi dimensioni, in particolare Lepidotteri e Coleotteri (Agnelli et alii, 2004). Specie relativamente sedentaria. Il maggior spostamento documentato, nell’ambito complessivo della vita di un esemplare, è di 320 km.
La specie è inserita negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE. In Italia è considerata Vulnerable (vulnerabile) (GIRC, 2007); indagini svolte in alcune regioni evidenziano una notevole rarefazione rispetto al passato dovuta principalmente alla frammentazione e perdita di habitat, al disturbo delle colonie ed alla scomparsa di siti di rifugio utili (ipogei e edifici) (GIRC, 2007). (le foto sono di V.Ferri, 2016; le registrazioni wav di V.Ferri e C.Soccini, 2019).

Rilevamento bioacustico
I segnali di ecolocalizzazione hanno elevata frequenza, in Italia di 78-84 kHz (Russo e Jones, 2002) e con struttura FM/CF/FM, ma risultano molto direzionali e difficilmente vengono intercettati dal microfono di un bat detector utilizzato in ricerche su transetti tramite autoveicolo. Molto più favorevole il rilevamento bioacustico con bat detector posizionati in stazionamento prolungato in aree di potenziale foraggiamento, lungo corridoi di spostamento o presso raccolte d’acqua frequentate per l’abbeverata serale.

Trovate di seguito alcune delle nostre registrazioni di segnali ultrasonici di Rhinolophus ferrumequinum, (in formato *.wav – full-spectrum a 384 kHz), e gli spettrogrammi relativi (da BatSound 4.03 di Pettersson ).

rinolofo maggiore – audio wav originali

Stato di conservazione della specie

(tratto da: Spada M., Mazzaracca S., Molinari A. & Bologna S., 2018. Azione 13. Piano d’Azione per i Chirotteri in Lombardia e progettazione di misure e interventi di Conservazione. LIFE IP Gestire 2020. Nature Integrated Management to 2020, pp. 359).
Il rinolofo maggiore è considerato vulnerabile (VU) dalla Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (Rondinini et al., 2013) a causa del declino della popolazione superiore al 30% negli ultimi 30 anni. Tale declino è dovuto principalmente alla perdita di habitat causata dall’intensificazione dell’agricoltura e dal disturbo alle colonie (GIRC, 2007). A livello globale, questa specie è invece considerata a minor rischio (LC) poiché ha un ampio range e, nonostante siano documentati marcati decrementi in alcune aree, la specie appare tuttora abbondante e stabile in molte parti del suo areale (Piraccini, 2016). A livello regionale lo stato di conservazione per le due regioni biogeografiche risulta cattivo (3° Rapporto Direttiva Habitat Regione Lombardia, 2013). A livello nazionale lo stato di conservazione del
rinolofo maggiore è considerato inadeguato con trend di popolazione in decremento per la regione biogeografica alpina e continentale (Genovesi et al., 2014).
Il rinolofo maggiore è inserito tra le specie ad elevata priorità di conservazione per la Lombardia, presentando un valore di Priorità Complessiva di 10 in base alla D.G.R. n. 7/4353 del 20/04/2001.