Conoscere i pipistrelli con la Bioacustica

Per il rilevamento acustico dei Chirotteri si trovano oggi sul mercato apparecchiature di aumentata efficacia, che consentono registrazioni in tempo reale, anche automatizzate, dei segnali sonori e ultrasonori; esiste inoltre una disponibilità più ampia di sussidi (software, call library, riferimenti di letteratura, ecc.) per l’analisi e la determinazione dei segnali acustici.

analisi di un impulso ultrasonico di Rhinolophus hipposideros

Va chiarito che le conoscenze di base circa i segnali sociali delle diverse specie sono ancora molto lacunose e per quanto riguarda il riconoscimento dei segnali di ecolocalizzazione sussistono profonde divergenze fra “scuole” chirotterologiche: per alcuni taxa (specie o generi), che producono emissioni con caratteristiche peculiari ed evidenti, vi è completa concordanza circa la determinazione dei segnali, ma relativamente a molti altri, i lavori pubblicati risultano spesso disomogenei, e non solo riguardo ai criteri da adottare, ma anche rispetto all’effettiva possibilità di attribuzione tassonomica corretta. In particolare, due dei contributi più recenti e importanti sull’argomento, entrambi relativi alla complessiva chirotterofauna europea, risultano uno (Barataud, 2012; 2015) estremamente possibilista sulla riconoscibilità al livello specifico della quasi totalità delle specie, fra le quali tutte e 8 le specie del genere Myotis che l’autore ha preso in considerazione, mentre l’altro (Walters et al., 2012) restringe molto il campo delle determinazioni al livello di specie e per quanto riguarda il genere Myotis ammette per il solo M. nattereri una discreta possibilità di classificazione corretta.

spettrogramma di Myotis bechsteini

I due lavori si basano su approcci identificativi diversi: Barataud abbina l’analisi quantitativa di 1-5 parametri considerati più discriminanti a valutazioni circa la forma e il ritmo dei segnali nelle sequenze, desumibili dai sonogrammi, e circa la sonorità delle emissioni, caratteristica quest’ultima la cui percezione è affidata all’abilità soggettiva del rilevatore; Walters et al. utilizzano un metodo completamente quantitativo, sviluppato attraverso sistemi di reti neurali artificiali “istruite” mediante 12 parametri bioacustici (selezionati per l’efficacia discriminante nell’ambito di 24 parametri relativi ai singoli segnali) al fine di ottenere determinazioni a diversi livelli di definizione e conoscere la probabilità di classificazione corretta ad ogni stadio (si ottengono cioè determinazioni riferite a gruppi di più specie che presentano emissioni affini, associate ad una determinata probabilità di classificazione corretta, e determinazioni riferite alle singole specie, a loro volta associate alla rispettiva probabilità di classificazione corretta).
Non è questa la sede per esprimersi circa l’efficacia di queste e delle altre procedure di identificazione dei segnali finora utilizzate, o dei software finalizzati alla determinazione che sono stati prodotti; è però necessario chiarire che a questa importantissima branca dello studio dei chirotteri non corrisponde ancora un metodo di classificazione dei segnali universalmente accettato. La ricerca nel settore è estremamente attiva ed è possibile che, nel breve periodo, l’incremento delle conoscenze fornisca maggiori strumenti applicativi, che portino a risultati considerati da tutti validi.